giovedì 2 dicembre 2010

Cronaca di un colpo di stato/2

La Cei ha proclamato Ouattara presidente (con 17 ore di ritardo... la puntualità africana è proverbiale!) e l’esercito ha chiuso le frontiere e sospeso le trasmissioni dei canali trelevisivi stranieri.
Noi abbiamo optato per una serata a base di droghe e alcol.
Com’era prevedibile, ieri sera, la CEI non è riuscita a comunicare i dati entro i termini fissati dalla legge, ma la legge non prevede che cosa succede quando ciò avvenga (che senso ha stabilire una regola se non prevedi un “piano B”, nel caso in cui la regola non venga rispettata? Soprattutto in Africa dove le regole sono una cosa alquanto soggettiva).
E come avviene spesso in questo Paese, la cosa non sembrava destare troppe preoccupazioni: questa mattina siamo usciti per fare opportuni accaparramenti (noi un po’ preoccupati lo eravamo!) e qui a Bassam c’eran un sacco di gente in giro, tranquilla, i negozi erano aperti, il nostro uomo nel PDCI (partito di Bedié che al secondo turno ha appoggiato Ouattara) assicurava che la palla adesso sarebbe passata al Consiglio Costituzionale, che non avrebbe potuto far altro che ratificare i dati della CEI (che non erano noti a nessuno peraltro!).
Questo succedeva a Bassam. Ad Abidjan invece i giovani di Gbagbo attaccavano una sede dei sostenitori di Ouattara e negli scontri sono morte 10 persone.
Per tutta la mattina e buona parte del pomeriggio ci siamo dunque scervellati su che cosa sarebbe potuto succedere, mentre facevamo la spesa; ci siamo interrogati sui sentimenti degli ivoriani in queste ore tese, mentre facevamo la pennichella di un pomeriggio torrido; ci siamo anche risposti che non ce ne fragava un cazzo (non è vero, vorrei proprio che questo Paese ripartisse perché se lo merita nonostante tutto, nonostante i Qwassy, i Yakoo se lo meritano!), mentre facevamo zapping tra Tv5, France 24 e RTI (la tv ivoriana il cui Tg è diretto da Minzolini... Poi ci è scaduto l’abbonamento quindi vedevamo solo i cartoni animati di Marysol... Poi hanno oscurato tutti i canali, quindi non vedevamo neanche quelli).
All’improvviso, mentre tutti i giornalisti stavando andando alla conferenza stampa del Consiglio Costituzionale (e l’abbonamento non ci era ancora scaduto), la CEI ha comunicato che Ouattara ha ottenuto il 54% dei suffragi.
Grande festa nel Nord, nei quartieri popolari di Abidjan, a Bassam, Yakoo è arrivato da noi con due bottiglie di birra per brindare al cambiamento, Ouattara parlava promettendo pace e un Governo di unità (se riuscirà a formarlo).
Intanto il Consiglio Costituzionale (per voce del presidente gbagboista) proclamava che “quei dati non hanno valore legale”, “che la CEI non è stata in grado di svolgere il proprio lavoro” e che spettava a loro stabilire chi era il nuovo presidente, entro i prossimi 7 giorni (chissà se hanno previsto un piano “c”).
Poi ad un certo punto un colonnello è andato al tg di Minzolini a dire che avrebbero chiuso le frontiere e oscurato le tv straniere (quindi questo blog potrebbe anche iniziare ad avere un senso).
Noi siamo qui, nel mio Paradiso (« les salop ont mi les feux dans mon Paradis” (Alpha Blondy), con i soliti amici, con Mina venuta qui in vacanza e che non si sa quando riuscirà a tornare in Italia, con Yakoo che ci traduce i brani di Tiken Jah dal djulà, con Caio (inizio ad essere a corto di nomi di fantasia) appena arrivato per sostituire Pina e già catapultato in una situazione ... come definirla? Elettrizzante? (forse “un po’ del cazzo” è più appropriato)... in cui peraltro sembra trovarsi abbastanza abbastanza a suo agio).
Non so veramente che commentare. Lascio a TikenJah le parole:
Le pays va mal
Mon pays va mal
Mon pays va mal
De mal en mal
Mon pays va mal
Avant on ne parlait pas de nordistes ni de sudistes
Mais aujourd'hui tout est gâté
L'armée est divisée
Les étudiants sont divisés
La société est divisée
Même nos mères au marché sont divisées
{au Refrain}
Avant on ne parlait pas de chrétiens ni de musulmans
Mais aujourd'hui ils ont tout gâté
L'armée est divisée
Les étudiants sont divisés
La société est divisée
Même nos mères au marché sont divisées
{au Refrain}
Nous manquons de remèdes
Contre l'injustice, le tribalisme, la xénophobie
Après l'ivoirité
Ils ont créé les ou les é o les é
{au Refrain}
Djamana gnagamou'na
Obafé kan'gnan djamana gnagamou he
Djamana gnagami'na lou ho
Obafé kan'gnan djamana gnagamou
Magô mi ba'fé kagnan djamana gnagamou
Allah ma'ho kili tchi'la
Djamana gnagamou'la lou ho
Djamana gnagamou'la
{au Refrain}

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