sabato 24 settembre 2011

Ho finito il mio romanzo!

Ho finito il mio romanzo! È successo l’altra notte: dopo essere andati a mangiare un poluet braisé, aver bevuto molta birra, essere ritornati a casa e aver fatto “seratona” con Caio, Lina e Yakou, mi sono ritirata “nei miei appartamenti” e ho cominciato a segnarmi alcune idee; di quelle che ti vengono solo prima di addormentarti e ti sembrano geniali, ma poi il mattino dopo non te le ricordi più.
Questa volta ho avuto la prontezza di impugnare carta e penna prima che la palpebra calasse definitivamente e ho cominciato ad appuntarmi una scena: in genere funziona che prima mi immagino la situazione come in un film e poi la racconto, la descrivo, riporto i dialoghi, ecc.
Spesso succede che, in questa fase, il racconto prenda una strada completamente diversa da come l’avevo precedentemente immaginato, come se vivesse di vita propria e io fossi solo il tramite per mettere nero su bianco una storia che già esiste in un qualche iperuranio.
Anche l’altra sera (21 settembre, data simbolica da un punto di vista astronomico e ormai diventata storica per me) è successo più o meno così: l’appunto è diventato un pezzo, che se ne portava dietro un altro e un altro ancora.
La mano andava, la trama prendeva corpo più in fretta di quanto io ci potessi mettere per costruirla ed è comparso perfino un finale!
Avevo riempito una trentina di pagine (rigorosamente scritte a penna!), quando mia suocera è comparsa in sala, facendomi presente che erano le sei del mattino.
Poco male, l’essenziale c’era: si tratta solo di riempire qualche buco qua e là, cosa che farò man mano che ribatterò il manoscritto.
Il che può voler dire che la storia muterà ancora… per il momento si parla di una ragazza che scopre che il compagno la tradisce e cerca allora consolazione nell’amica (io, ma sono solo una comparsa) che vive in Africa da due anni; qui salirà sul nostro train de vie, senza sapere bene dove sta andando e senza esserne troppo entusiasta; poi si chiarisce alcune idee sulla sua esistenza, avrà una torrida storia di sesso con un ivoriano, sarà coinvolta nelle vicende di questo Paese e… finale a sorpresa! Ho cercato di supplire alla banalità del plot con una costruzione alla Lost: time line parallele, flashback, flashforward e uno stile un po’ surreale.
Sono discretamente soddisfatta: non so se è un buon romanzo (probabilmente no), ma l’ho portato a compimento ed è già un risultato.
Nelle ultime settimane la scrittura era andata un po’ a rilento. Facevo fatica ad immaginarmi l’evoluzione della storia, quindi andavo avanti a piccoli pezzettini, che me ne facevano venire in mente altri; ma non sapevo dove questi mi avrebbero portato, temevo di non arrivare da nessuna parte e questo mi frenava.
Ora devo decidere che farne: 1) bruciarlo; 2) lasciarlo lì; 3) mandarlo a delle case editrici; 4) candidarlo a concorsi letterari; 5) stamparlo con “Il mio libro”; 6) pubblicarlo a puntate come romanzo d’appendice di questo blog.
Mi aspetto dei suggerimenti: lo so che c’è qualcuno che mi legge, quattro gatti, ok!, ma almeno da quelli esigo, pretendo, mi aspetto, vi supplico: postate dei commenti coi vostri suggerimenti… voglio vedere un sacco di messaggini qui sotto, vi prego!

2 commenti:

  1. Brava!!! Complimenti! Anche se come ben sai non sono una fan di Lost, sono stra-felice della tua ispirazione, un bacione (ps: siamo finiti di nuovo in ospedale poi ti racconto)

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  2. Figata picci! Cavolo...case editrici e se non ti cacano concorsi letterari. Boh, quello che conta è che, prima o poi, lo legga anche io!!!

    Luca

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